Bilancio e sociale
di Luigi Ancona
Il bilancio di previsione del Comune è lo strumento di programmazione delle attività dell’Ente.
Attraverso il bilancio vengono gestite tutte le Spese che da queste attività scaturiscono e nel bilancio sono recepite le Entrate relative ad ogni attività (imposte, rette, tariffe ecc.) e tutti i fondi che a vario titolo confluiscono nel bilancio comunale (trasferimenti statali, regionali, contributi ecc.). Il bilancio di previsione deve essere approvato in pareggio finanziario, il totale delle spese deve essere uguale al totale delle entrate ed ogni spesa effettuata deve trovare la corrispondente copertura finanziaria.
Predisporre il bilancio significa individuare e inserire tutte le spese previste, classificandole per tipologia e servizi e individuare e inserire allo stesso modo le entrate suddivise per tipologia e Servizio.
È un lavoro lungo e complesso che, a partire dai progetti e programmi della Giunta comunale e del Sindaco, recepisce le esigenze della città e le tramuta in servizi e iniziative da attuare.
In un Comune, come in ogni altro Ente statale e territoriale, nessuna spesa può essere effettuata se non sia stata in precedenza inserita in bilancio. Ovviamente non tutto può essere previsto nel dettaglio mesi e mesi prima. Qualora si presenti la necessità di spostare fondi a un servizio o a una voce che ne risultino carenti, occorre trovare servizi o voci di spesa che abbiano disponibilità o finanziare le maggiori spese con maggiori entrate che nel frattempo si siano realizzate approvando apposite variazioni di bilancio.
In sintesi, il bilancio comunale è lo strumento che traduce in entrate ed uscite le scelte politiche di una amministrazione, non una diligenza da assaltare dal politico di turno ma uno strumento finalizzato alla realizzazione della visione politica di una città, delle sue esigenze economiche, sociali e civili., il Bilancio di Previsione ci consente di verificare qual è l’orientamento amministrativo di una classe politica.
Per consentirci di valutare in maniera oggettiva qual è l’impatto della spesa “Assistenza, beneficenza pubblica e servizi diversi alla persona” di un bilancio comunale, prendiamo in esame il consolidato del 2007 (ultimo disponibile sul sito del ministero degli interni) e quantifichiamo in termini percentuali il peso della voce relativa agli impegni, comprensivi dei trasferimenti, del capitolo di spesa sociale rispetto al totale delle impegni sulla spesa corrente e come vengono spese le risorse; riscontriamo i seguenti risultati a campione di comuni similari per dimensioni di bilancio su eterogenee aree geografiche:
Personale | Acquisto beni di consumo, materie prime | Prestazioni di servizi | Utilizzo di beni di terzi | Trasferimenti | Interessi passivi e oneri finanziari diversi | Imposte e tasse | Oneri straordinari della gestione corrente | Ammortamenti di esercizio | Totale |
175.938,00 | 7.711,00 | 645.317,00 | 12.778,00 | 181.746,00 | 0 | 11.619,00 | 0 | 0 | 1.035.109,00 |
COMUNE DI CASAMASSIMA (BA) € 1.035.109,00 SU € 8.836.361,00 = 11,71% | |||||||||
284.800,00 | 4.196,00 | 751.514,00 | 15.387,00 | 1.632.857,00 | 55.370,00 | 20.435,00 | 3.800,00 | 0 | 2.768.358,00 |
COMUNE DI MOGLIANO VENETO (TV) € 2.768.358,00 SU € 18.578.901,00 = 14,90% | |||||||||
176.400,00 | 7.647,00 | 670.501,00 | 33.395,00 | 661.695,00 | 17.935,00 | 0 | 0 | 0 | 1.567.574,00 |
COMUNE DI GUSSAGO (BS) € 1.567.574,00 SU € 9.201.330,00 = 17.00% | |||||||||
60.110,00 | 0 | 408.228,00 | 10.000,00 | 266.712,00 | 0 | 4.015,00 | 0 | 0 | 749.065,00 |
COMUNE DI RIONERO (PZ) € 749.065,00 SU € 8.603.041,00 = 8.70% | |||||||||
39.439,00 | 0 | 3.483.569,00 | 0 | 700.316,00 | 0 | 2.509,00 | 0 | 0 | 4.225.832,00 |
Citiamo solo per un dovere di cronaca il Comune di GRUMO APPULA (BA) € 4.225.832,00 su € 10.647.821,00 (circa il 40%) per il quale sarà opportuna una specifica analisi, considerata l’eccellenza della percentuale. | |||||||||
117.547,00 | 0 | 115.034,00 | 0 | 436.005,00 | 172,00 | 7.440,00 | 0 | 0 | 676.197,00 |
COMUNE DI PALO DEL COLLE (BA) € 676.197,00 SU € 9.082.626,00 = € 7,44% |
Per il resto i dati parlano da soli !!!!!!!!!!!!!!!!
Intervista al responsabile dei Servizi Sociali
di Ottavia Grassi
Riportiamo qui di seguito l’intervista effettuata al Responsabile dei Servizi Sociali del Comune di Palo del Colle. Essa è stata rilasciata in forma scritta e previa autorizzazione scritta del Sindaco di Palo del Colle.
D. Da cosa è alimentata la spesa sociale del Comune di Palo del Colle?
R. Essenzialmente la spesa sociale è alimentata quasi esclusivamente dai fondi del bilancio comunale per budget complessivo di €. 961.550,00 (anno 2009). Di questi solo i finanziamenti per il sostegno dei canoni di locazione (€. 162.653,00) e per il progetto “Aquilone” per l'infanzia e l'adolescenza (€. 57.780,00) sono trasferimenti regionali.
D. Parlando di “affido” quanti minori sono in istituti, quanti invece sono affidati a famiglie?
R. C'è da premettere che dal 1° gennaio 2007, con l'entrata in vigore della Legge 149/2001 (affido ed adozioni) gli “istituti” hanno cessato di esistere, per cui è meglio parlare di “Comunità Case Famiglie”. Attualmente, per il tramite di disposizioni da parte del Tribunale per i Minorenni, sono collocati in varie case famiglie venti minori, mentre presso le famiglie sono affidati sette minori
D. Quando si spende per le rette delle Case Famiglie e quanto per gli affidamenti presso le famiglie?
R. Per le famiglie affidatarie di minori nell'anno 2009 è stata spesa la somma complessiva di €. 7.000,00, mentre per il pagamento delle rette dei 20 minori ospiti delle “case famiglie” sempre nell'anno 2009 è stata spesa la somma complessiva di €. 350.000. Si tenga presente che la retta giornaliera per un minore oscilla dalle 55,00 alle 90,00 euro a seconda della tipologia della Casa Famiglia e a seconda del “bisogno” che caratterizza il minore stesso.
D. Si è pensato a progetti innovativi in relazione all'affido?
R. Il servizio dell'affido e dell'adozione verrà potenziato a livello di Ambito Territoriale (Bitonto e Palo del Colle) per il tramite dei Piani di Zona 2010/2012, attualmente in fase di programmazione. Sarà certamente prevista una Equipe specializzata che curerà tali funzioni. L'innovazione potrà essere rappresentata dalla divulgazione delle norme che regolano tali istituti e dalla creazione di una banca dati di persone che intendono candidarsi all'affidamento e all'adozione di minori.
L’accoglienza su misura: l’affidamento familiare
di Angela De Girolamo
L’affidamento familiare è una forma di aiuto alle famiglie che hanno difficoltà con i propri figli nelle varie necessità di cura quotidiana e nell’educazione degli stessi. La pratica di questa forma di solidarietà verso i più piccoli a favore dei nuclei familiari in difficoltà, non è cosa nuova. Infatti le generazioni che ci hanno preceduto, quelle impregnate da valori solidali, quando c’era ben poco, e quel poco lo si divideva fra tutti, affidavano la cura dei figli, per motivi di organizzazione di vita rurale e domestica a poche donne che rimanevano a casa. Quanti nipoti sono stati cresciuti da zie che alleggerivano il carico a qualche sorella dal nucleo più numeroso, o quanti figli aiutati negli studi da parenti benestanti. Ancora oggi ci sono spazi e luoghi dove questo modo di essere e di fare si concretizza tra le persone: la famiglia e le varie forme di volontariato familiare. Dalla rete di tali relazioni, nascono le più belle storie di solidarietà tra le persone soprattutto quando ci sono di mezzo bambini e anziani. E’ proprio facendo riferimento ad una pratica solidale, in uso in passato presso comunità rurali e successivamente assunta anche tra le vie dei quartieri urbani, che il legislatore istituì con la legge n. 184 del 1983 l’affidamento familiare, come forma di sostegno per i bambini di famiglie che versavano in stato di disagio e lo indicava come una delle forme privilegiate d’accoglienza per il benessere psico-fisico del bambino. Da allora l’affido è stato disciplinato e regolamentato dall’istituzione (Tribunale per i Minorenni ) e dall’ente che lo dispone ( Servizi Sociali del Comune). Malgrado la legge e le intenzioni, la sfida quindi si è spostata dal piano istituzionale a quello sociale e operativo dei servizi. Infatti sempre più bambini , sopraggiunte nuove istanze di povertà e forme di disagio familiare legate alle mutate condizioni sociali e di disgregazione familiare causate dalle multiproblematicità delle famiglie, hanno trovato più accoglienza presso strutture residenziali come i vecchi istituti e orfanotrofi convertiti in centri di assistenza all’infanzia, mentre poco e niente si è investito per far crescere la pratica del volontariato nell’accoglienza dei minori in famiglia. Anche dopo la legge 149/2001 che dispose la chiusura definitiva degli istituti e orfanotrofi, e promosse le case famiglia, l’affido familiare non è stato considerato uno dei servizi migliori per l’accoglienza di minori in difficoltà. Sempre molto pochi, sono i fondi destinati alla sensibilizzazione e conoscenza di questa forma di accoglienza, che garantirebbe anche meno costi all’amministrazione e che rimane l’unica forma che non istituzionalizza il minore perché, lo fa crescere in una vera famiglia con il calore degli affetti condivisi, unico aiuto veramente a misura di bambino. La sfida da sostenere oggi è quella di: riscoprire il valore del vicinato e della solidarietà di quartiere tra nuclei diversi, di mantenere alta l’attenzione degli amministratori alla responsabilità della presa in carico dei meno abbienti, di farsi promotori come cittadini di interventi che coinvolgano il volontariato familiare. Anche da un piccolissimo nucleo di cittadini attenti può partire l’esperienza che può contagiare e chiamare altri a fare lo stesso. Il volontariato ha molti canali per attivare reti, e le reti sono costituite da gruppi di persone. Oggi, più che mai, facendo riferimento alle linee guida sull’affidamento familiare da poco attuate in Regione, ogni Comune può darsi il proprio regolamento sull’affidamento familiare e attuare una campagna di sensibilizzazione con i servizi e le associazioni di volontariato locali a favore dei minori e delle famiglie con una sistematica attività di incontri sul tema, conferenze cittadine , eventi aggregativi, etc… Bisogna sensibilizzare la propria amministrazione ad attivare percorsi di formazione dei propri operatori all’esperienza e istituire uno sportello che orienti le famiglie ai percorsi d’accoglienza (Affidamento e adozione). Attivarsi presso le agenzie sociali, comitati parrocchiali o gruppi famiglie per diventare protagonisti di un gesto molto concreto ma semplice come quello dell’accoglienza e riappropriarsi di una dimensione familiare e sociale, aperta e attenta ai bisogni di chi vive alla porta accanto.
* PRESIDENTE ASSOCIAZIONE FAMIGLIA PER TUTTI ONLUS - BARI