Carità: cuore del Vangelo
di Anna Cutrone, referente Caritas – Parrocchia Santa Maria Assunta
La carità è il cuore del Vangelo perché essa costituisce l’evento centrale della rivelazione di Dio.
Agire nel quotidiano, sporcarsi le mani con i poveri, progettare e riflettere sul senso di quello che si fa, di come cambia la vita della comunità che li accoglie sono mete che possono raggiungersi solo percorrendo la via del dono di sé.
La lotta alla povertà può essere vincente solo se le forze di volontariato e le istituzioni camminino insieme, avendo obiettivi comuni e lavorando attorno ad un tavolo, ove ciascuno mette a disposizione le proprie capacità e le proprie risorse.
Questa collaborazione, purtroppo, non c’è e le associazioni di volontariato o le Caritas parrocchiali diventano i luoghi presso cui i servizi sociali mandano tutti coloro che richiedono aiuto.
La Caritas della Parrocchia Santa Maria Assunta in Palo del Colle negli ultimi anni, in concomitanza con la grave crisi economica che ha investito il Paese, ha dovuto occuparsi di tante famiglie che, per mancanza di lavoro, vengono sfrattate, non riescono a pagare le utenze o ad avere il necessario in casa per il nutrimento dei più piccoli.
La disperazione, talvolta, diventa padrona del proprio essere.
Un problema che siamo stati chiamati più volte ad affrontare è stato quello dei carcerati che, scontata la pena, non trovano fuori assolutamente nulla, perché nessuno si preoccupa del loro reinserimento sociale o quello di coloro che sono agli arresti domiciliari che non lavorano perché non possono uscire. Purtroppo la realtà che vivono costringe alcuni, fortunatamente molto pochi, a mantenere i rapporti con le organizzazioni criminose per far fronte alle necessità quotidiane.
Altro grave problema che molte famiglie di Palo devono affrontare è quello della tossicodipendenza dei propri figli che massacra, nel vero senso della parola, chi vive queste situazioni. Disperazione, solitudine, vergogna, senso di impotenza spinge molti genitori nel baratro della depressione e il dato più inquietante è che sono ancora pochi coloro che vengono allo scoperto per paura di essere additati.
Molte richieste di aiuto provengono da gente che è in mano agli usurai e che tante volte vedono il suicidio come unica soluzione del problema.
Per non parlare della “febbre del gioco” che sembra una realtà meno preoccupante, ma che ha un potere devastante al pari della tossicodipendenza.
Il quadro prospettato è veramente tragico e il completo disinteresse delle istituzioni ha posto dei limiti alla risoluzione dei problemi, ma questo non ha scoraggiato i tanti volontari della nostra parrocchia che hanno continuato a donare il proprio tempo, le proprie competenze professionali, le proprie risorse economiche, non obbedendo alle logiche del profitto e del tornaconto,ma a quella “assurda e pazza” logica del Vangelo.
Poveri della porta accanto
di Ernesto Gorga, Società di San Vincenzo de Paoli - Conferenza Spirito Santo
Vi è una strisciante emergenza nel nostro quartiere: la povertà sempre meno circoscritta a frange marginali di residenti. Oggi si fà fatica a comprenderla e ad affrontarla dopo che il sogno di una società opulenta per tutti si è definitivamente dissolto con la traumatica crisi economica mondiale che sta attraversando il mondo globalizzato.
La povertà che si incontra è di tipo assoluta o relativa. E’ assoluta perché le persone non hanno le risorse per acquistare beni di prima necessità indispensabili per la sopravvivenza. E’ relativa perché collegata al tenore di vita e riguarda tutti quei soggetti che non hanno la possibilità di godere di standard accettabili di vita, propri della società in cui vivono.
Chi è povero è vittima di svantaggi multipli come la disoccupazione, il basso reddito, l’alloggio inadatto, le cure sanitarie inadeguate, le barriere nell’apprendimento dello sport, della cultura, delle attività del tempo libero. In altri termini la povertà è indice di esclusione rispetto all’accesso a tali beni che di fatto limitano l’esercizio di diritti sociali fondamentali.
La povertà si presenta come la condizione che si correla con varie forme di esclusione sociale e produce effetti cumulativi di disagio sociale. Ad esempio, la condizione di povertà di una famiglia con più figli compromette lo sviluppo e il destino sociale di questi ed avrà effetti negativi sul clima interno, esacerberà il conflitto tra i coniugi e tra questi e i figli, che saranno più facilmente vittime di violenza (con possibile ricorso ad affidamenti e limitazioni della potestà genitoriale). Questi interiorizzeranno complessi di inferiorità sul piano culturale e sociale che li indurrà ad avere scarsa autostima di se stessi e a rinchiudersi nella loro omologa cerchia di amici. Il fatto di non poter utilizzare le migliori opportunità ricreative, sportive, culturali nel tempo libero ridurrà le loro potenzialità di socializzazione. Ne seguirà l’uscita precoce dalla scuola e l’accesso a qualunque impiego immediatamente disponibile, sottoremunerato, in nero o dequalificato, con frequenti cambi di posti di lavoro ma senza alcuna crescita reale di professionalità. Si può parlare così di un ciclo della povertà in quanto tende a riprodursi dai genitori ai figli o da un evento iniziale ad una condizione cronica per la vita della persona, in mancanza di azioni di contrasto che ne spezzino la causa-effetto.
Un aspetto di novità è che si affacciano i ‘nuovi poveri’ quelli della ‘porta accanto’, cioè coloro che da una condizione di normalità passano la linea della povertà, con conseguenti difficoltà anche psicologiche a fronteggiare situazioni spesso impreviste o imprevedibili (ad esempio l’uscita precoce dal mondo del lavoro, un mutuo da pagare a fronte di perdita reddituale, le bollette insolute, la separazione o divorzio, una malattia invalidante). Il rischio di povertà aumenta rapidamente anche al crescere della dimensione della famiglia specie dove è maggiore la presenza di minori, e di nuclei di anziani soli a seguito della senilizzazione della popolazione. Anche le famiglie con un solo genitore sono a rischio di povertà soprattutto se a capo vi sono giovani donne con figli minori.
Qualunque sia il fattore che innesca la povertà essa non è mai solo ‘materiale’ o assoluta, ma è anche ‘relazionale’ perché riduce gli spazi della vita sociale e la qualità dei rapporti umani, ed è ‘istituzionale' perché è acuita dall’insufficienza delle misure di contrasto e di intervento.
I dati della povertà
di Matteo Dell’Erba, Centro di ascolto interparrocchiale
Dal 2008 è operativo in Palo il Centro di Ascolto Interparrocchiale, gestito attraverso l’intervento di volontari che, ubicati nei locali della Parrocchia dello Spirito Santo offrono un servizio assistenziale, in prima battuta di ascolto delle sofferenze e quando possibile con risposte e soluzioni.
Gli accessi registrati a questo servizio sono stati: per l’anno 2008, con 32 schede di registrazione, 24 nel 2009 ed ulteriori 28 nel 2010. Da una elaborazione statistica è emerso che il 70% degli accessi richiedono aiuto per il pagamento di utenze e sostegno alla locazione; il 25% ha richiesto aiuti per la ricerca del lavoro (sopratutto nel 2009-2010) ed il 5% interventi per problemi legati all'alcolismo.
Tutto questo solo ed esclusivamente attraverso l’intervento delle associazioni o dei singoli volontari operanti sul territorio comunale.